Alcune persone pensano che per scrivere basti conoscere bene l’italiano.
Altre credono che i risultati arrivino con generici corsi di scrittura creativa.
Poi, ci sono i sostenitori del: “Scrive bene chi legge tanto”.
Per questo, è moda diffusa dire: “Siamo tutti un po’ scrittori”.
No, non lo siamo.
Dichiararlo è una bugia.
Crederci, un’illusione.
Il motivo è semplice.
È lo stesso per cui non siamo tutti “un po’ chirurghi”.
Un percorso di scrittura su più livelli insegna la differenza tra hobby e professione.
Tutti possono scrivere, certo.
Possono scrivere quello che vogliono.
Ma non libri d’autore.
I libri destinati a un pubblico meritano di più di “un po’ scrittore”.
Scrivere professionalmente è impegnativo.
Prevede competenze e senso di responsabilità.
Pretende sacrificio.
Impone un continuo mettersi in discussione.
Richiede capacità di problem solving.
Necessità di perfetto equilibrio tra ego e umiltà.
La formazione è la chiave imprescindibile per la riuscita editoriale.
I corsi di scrittura formano attraverso strumenti specifici.
Insegnano, in primis, che non esiste giorno in cui si smetta di studiare.
Per lo scrittore, tutto è campo di studio.
Serve imparare come guardare ogni dettaglio.
Fisico. Sensoriale.
L’italiano, come materia di studio del romanziere è solo la punta dell’iceberg.
Se studiare è indispensabile, mettere in pratica è vitale.
Alla base della buona riuscita di uno scrittore, c’è sempre la volontà di esercitarsi alla scrittura.
La parola d’ordine è costanza.
Allenarsi all’uso delle parole equivale a una palestra per mente e mani.
Più ci si allena, più si scrive meglio e più in fretta.
Perciò serve darsi degli scopi, degli obiettivi.
Un giorno senza allenamento è un giorno perso.
I corsi di scrittura abituano all’impegno quotidiano con le parole.
Un impegno da vivere con amore.
Perché, se si ama la scrittura, non si può abbandonarla.
La questione è semplice, se si vuole essere scrittori, bisogna scrivere.
Sempre. Per sempre.
Molte persone amano definirsi scrittori.
In effetti, chiunque pubblichi un libro può dirsi tale.
A fare la differenza, però, è il come e il con chi.
Alcuni dicono di non avere fiducia nelle case editrici.
Altri sostengono che nell’editoria c’è la casta.
In parecchi preferiscono il public self.
Nessuno lo vieta.
Ma serve chiedersi: “Sono davvero bravo come credo?”
Posso affermare che c’è più incompetenza che casta.
Uno scrittore è uno scrittore, se viene scelto.
Se ha un pubblico di sconosciuti, non solo di amici.
Se gli altri lo definiscono tale.
I corsi di scrittura insegnano a dimostrare.
Informati su chi insegna.
Sulle sue opere e sul suo percorso.
Metro di misura è anche il prezzo.
Serve difendersi da chi sbandiera il “tutto gratis”.
Da chi garantisce miracoli a cifre esorbitanti.
Nel mezzo, sta il giusto.
Un insegnante capace non regala, né approfitta.
Non promette strade facili.
Non dice “bravo”, per accontentare.
Forma alla fatica e all’umiltà.
Trasmette passione.
Ha sempre tempo per un allievo volenteroso.
Anche quando non ha tempo.
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